
“Il calzolaio pensi alle sue scarpe” è un proverbio che tutti conosciamo, ma pochi sanno che affonda le sue radici in una storia affascinante dell’antica Grecia. Oggi ti racconto da dove nasce questa frase e perché è ancora attuale e potente. Preparati a scoprire una lezione che dura da oltre 2000 anni.
Origine del proverbio: Apelle e la critica del calzolaio
Nel IV secolo a.C., Apelle era considerato uno dei più grandi pittori dell’antica Grecia, un maestro celebrato per la sua arte raffinata e realistica. Era celebre per la sua tecnica sopraffina, la precisione nei dettagli e la capacità di cogliere la bellezza dell’animo umano nei suoi dipinti. Visse tra le corti più influenti, compresa quella di Alessandro Magno, e godeva di grande fama e rispetto.
Un giorno, Apelle decise di esporre pubblicamente uno dei suoi dipinti, come era uso fare in Grecia per raccogliere opinioni e critiche costruttive. Il quadro attirò molti curiosi: nobili, artisti, filosofi e cittadini comuni. Tra questi, si fermò anche un calzolaio, incuriosito dal realismo della scena rappresentata.

Il calzolaio, osservando con attenzione, notò un dettaglio inesatto nei sandali dipinti: una cucitura sbagliata. Si avvicinò e, con voce umile ma convinta, fece notare ad Apelle l’errore. Il pittore, apprezzando la competenza specifica del mestiere, accettò la critica e la corresse.
Il giorno successivo, lo stesso calzolaio tornò davanti al quadro. Incoraggiato dalla risposta positiva del giorno prima, cominciò a commentare anche le gambe, le mani, la posizione del braccio e persino l’espressione del volto del personaggio ritratto. Ma questa volta, Apelle lo interruppe con calma e disse:
“Sutor, ne ultra crepidam”
(“Calzolaio, non andare oltre le scarpe”)
Fu una risposta ferma ma rispettosa, diventata un monito che ha attraversato i secoli.

Il significato del proverbio oggi: un invito alla competenza
Da questa espressione latina nasce il modo di dire italiano “Il calzolaio pensi alle sue scarpe”, utilizzato per indicare che ognuno dovrebbe limitarsi a parlare di ciò che conosce, evitando giudizi o consigli su argomenti fuori dalle proprie competenze.
In un’epoca come la nostra, dove i social media hanno amplificato la possibilità di esprimere opinioni su ogni cosa, questa frase antica ha assunto un valore ancora più forte. Quante volte leggiamo pareri non richiesti da persone senza alcuna preparazione? Quanti “esperti improvvisati” affollano i commenti online?
Questo proverbio ci invita all’umiltà, alla consapevolezza dei propri limiti e al rispetto per chi ha esperienza e conoscenza reale.
Dove trovare la fonte storica?
La storia del calzolaio e di Apelle ci arriva grazie a Plinio il Vecchio, uno scrittore e naturalista romano vissuto nel I secolo d.C. Nel suo capolavoro enciclopedico, la Naturalis Historia, Plinio racconta questo aneddoto nel Libro 35, paragrafo 84.

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Una morale da ricordare ogni giorno
La vera forza di questa storia non è solo nella battuta di Apelle, ma nel contesto: un uomo umile che viene ascoltato per la sua competenza reale, ma richiamato gentilmente quando esagera, uscendo dal suo campo.
In tempi in cui tutti sembrano voler dire la loro, la frase “Il calzolaio pensi alle sue scarpe” è un invito a fermarsi, riflettere e chiedersi:
“So davvero di cosa sto parlando? Oppure sto solo dando fiato alla bocca?”

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Articolo a cura della redazione di Il Meglio dei Libri
Un progetto editoriale dedicato a riscoprire il significato profondo delle parole, dei proverbi e delle storie che ci accompagnano da secoli.

